martedì 26 dicembre 2017

Il Bullismo visto da un'adolescente


Bianca Chiabrando ha scritto in 2 libri piccole e grandi prepotenze in classe, parlando della sua esperienza di "emarginata" alle medie. E fa una riflessione diversa e insolita: «Era anche colpa mia».



Il bullismo è da sempre un argomento all'ordine del giorno, spesso associato alla scuola. L’infanzia, e in particolare l’adolescenza, sono periodi molto delicati. 

L’autrice ha spiegato che si è soggetti a continui mutamenti che possono spaventare e destabilizzare. Tutti subiscono questi cambiamenti, nessuno escluso. Persino i bulli. Sentire il bisogno di essere prepotenti è indubbiamente segno di grande insicurezza; per puntare i riflettori su chi è più debole per evitare il tanto temuto giudizio degli altri e mostrarsi più forti.

Volendo identificare il bullismo (ma anche il Cyberbullismo) con un oggetto, si immagina un grande megafono, usato per amplificare le paure degli altri.



Ispirandosi al lavoro di Sigmund Freud, la giovanissima autrice ha raccontato le proprie disavventure di studentessa di terza media, cercando di dare una visione “dall'interno” attraverso le sue esperienze personali.

Per quanto riguarda Bianca non è mai stata una vittima diretta di bullismo e Cyberbullismo ma dell’emarginazione. Convinta di essere nel giusto, attendeva che i suoi compagni facessero il primo passo, senza accorgersi però che mentre lei aspettava gli altri, gli altri aspettavano lei.  



Secondo lei per uscire da questi episodi è più costruttivo provare a mettersi nei panni del bullo. “Quali sono le motivazioni che lo spingono a comportarsi così?” “Perché sente il bisogno di sfogarsi sugli altri?”

Infatti, come dice la scrittrice: "E qui arriviamo al punto in comune tra i bulli e le loro vittime. Il silenzio. Tacere può solo nuocere, da entrambe le parti. Non basta spingere chi subisce a parlare, perché i bulli ne hanno altrettanto bisogno. Non c’è niente che non si possa risolvere dialogando. Non serve la bacchetta magica per combattere il bullismo. Per risolvere un problema, è sufficiente capirlo."

 

Alessia Ruta - 3^A  A.F.M.
in collaborazione con la Prof.ssa Suglia


Tratto da: www.donnamoderna.com